Sodiser: la memoria nel vecchio manicomio, il futuro in Betadue

La storica cooperativa, nata al momento della chiusura dello psichiatrico, si fonde con Betadue

mecheri_minucci_1Ci sono cooperative importanti e cooperative che fanno la storia. E la fanno indipendentemente dai numeri, dal peso economico, dai fatturati. Cooperative sociali che  sono state parti integranti di fondamentali processi culturali e politici. Sodiser è una di queste. La sua storia è legata alla fine del manicomio, il suo futuro a Betadue e quindi allo sviluppo della cooperazione sociale di tipo b), quella per l’inclusione lavorativa.

Le assemblee dei soci hanno approvato la fusione per incorporazione di Sodiser in Betadue. Adesso questa cooperativa sociale, l’esperienza di integrazione nei mesi scorsi con La Nuova Idea, conta quasi 400 lavoratori, tra soci e dipendenti. Ha un fatturato di quasi 10 milioni di euro e opera ormai in molti settori: ristorazione scolastica e di comunità, servizi ambientali, gestione del verde, pulizie, comunicazione, servizi amministrativi, logistica, servizi per cultura e spettacolo. Tutte le attività sono finalizzate all’inserimento lavorativo e sociale di soggetti esposti al rischio di esclusione. Betadue fa parte della rete Koinè ed è uno dei soggetti promotori del consorzio Coob, il più importante in Toscana tra le cooperative di tipo b).

Le fusioni sono stati atti fondamentali – commenta Gabriele Mecheri, Presidente di Betadue. Basati sulla fiducia personale e suoi rapporti positivi che i gruppi dirigenti sono stati capaci di costruire nel corso degli anni. Tutti ci siamo posti la domanda se piccolo è davvero ancora meglio o se non sia necessario unire le forze e lavorare insieme sulla base di un progetto e di una visione condivisa sul futuro della cooperazione sociale. Betadue vuol essere un luogo aperto e di dialogo, un laboratorio contemporaneo che guarda al futuro. Questa la nostra vera ambizione”.

Fernanda Minucci racconta l’approccio di Sodiser: “le piccole cooperative hanno oggi di fronte a loro ostacoli sempre più alti che alla fine stanno diventando insormontabili. Non bastano le norme burocratiche che comportano professionalità esterne e quindi costi elevati ma c’è anche la questione dei requisiti della gare con fatturati che il nostro sistema non raggiunge. Da qui la necessità di aggregazione. In questo contesto nasce l’idea della fusione tra Sodiser e Betadue. Una scelta che non è stata né facile né semplice ma che ha una ragione chiara. E non è quella più ovvia e cioè che Betadue ha una dimensione molto più grande della nostra. La ragione è la condivisione dei valori sociali e di Cooperazione che ci uniscono ed è per questo che abbiamo deciso di  unire la nostra strada a quella di Betadue. Non avremmo fatto la fusione con nessun altro”.

Sodiser è stata la prima cooperativa di tipo B istituita in Toscana e registrata nello specifico elenco della Regione nel 1986 “Con la trasformazione dello psichiatrico in ospedale aperto sotto la guida del professor Agostino Pirella i ricoverati divennero gradualmente ospiti in attesa di dimissioni – ricorda Fernanda Minucci. La Direzione dell’ospedale chiese all’Amministrazione provinciale la disponibilità affinché questi ospiti che svolgevano attività di pulizia nei reparti venissero riconosciuti come lavoratori e quindi pagati. Sotto l’aspetto formale fu costituita una società di fatto, la Sodiser che in realtà ebbe prevalentemente una finalità assistenziale. Il nucleo iniziale era composto da un’assistente sanitaria, un’assistente sociale e nove persone. L’arcipelago di queste micro società diventa una cooperativa sociale all’indomani della legge 381 del 1991,  la Sodiser. Primo Presidente fu un ex degente e utente del SIM, Vinicio Rosi”.

Oggi la Sodiser ha 11 soci che lavorano nelle attività di manutenzione del verde, del  servizio di  pulizie e della manutenzione cucito, presso la lavanderia dell’Ospedale San Donato di Arezzo  della Usl Toscana sud est. Si occupa principalmente dell’aggiustatura dei camici e capi dei dipendenti dell’azienda sanitaria. come orli rifare colletti, taschini, pantaloni, bottoni delle divise. E anche di tutta la biancheria piana e cioè teli,lenzuola e federe usati nei vari reparti ospedalieri.