Mascherine e medicinali viaggiano sui camion Betadue

Il contributo della cooperazione sociale di tipo B a fronteggiare l’emergenza

Mascherine, medicinali, strumenti sanitari. Anche la cancelleria e tutto ciò che serve ad ospedali, distretti e ambulatori. Per le strade semivuote della Toscana meridionale viaggiano gli uomini e i mezzi della cooperativa sociale Betadue di Arezzo. E’ una cooperativa d’inserimento lavorativo che, all’interno di un’associazione temporanea d’imprese, gestisce la logistica Estar per la Usl Toscana sud est. 20 mezzi e 40 addetti, per il 35% dei quali persone svantaggiate. Impegnati sia nella gestione di magazzini come ad esempio quello di Poggibonsi sia nella consegna di ogni tipo di materiale.

Queste settimane sono frenetiche – commenta il Coordinatore del servizio, Francesco Nocentini. L’attività emergenziale è ovviamente aumentata. La priorità è data alle protezioni e agli strumenti anti Covid. E non ci sono più giorni e orari stabili. Lavoriamo anche il sabato e la domenica e abbiamo destinato due addetti alle sole consegne non programmate. Quindi rispondiamo in tempo reale ad ogni necessità e ad ogni richiesta“.

Per gli addetti Betadue impegnati in questo servizio , la vita è cambiata. “Nessuno guarda ai tempi e ai ritmi di lavoro – sottolinea Nocentini. Siamo tutti consapevoli che oggi bisogna fare uno sforzo straordinario. Certo rimane un normale timore acuito dalle procedure. Alcuni colleghi si vedono misurare le febbre 6 o 7 volte al giorno. Fin dai primi segnali di quella che si annunciava una straordinaria emergenza, hanno tutti i dispositivi di sicurezza ma ogni volta che fanno una consegna in uno struttura sanitaria devono giustamente passare tutti i controlli, ad iniziare appunto dalla misurazione della febbre. E’ normale che ci sia un po’ di ansia ma vorrei sottolineare che su 40 persone, nessuna si è tirata indietro. E alcune di esse hanno senza dubbio fragilità maggiori di altri“.

Gabriele Mecheri è il Presidente di Betadue: “sta crescendo l’attenzione al passaggio dall’emergenza sanitaria a quella economica. Mi auguro che anche la situazione delle cooperative sociali di tipo B e cioè quelle che si occupano degli inserimenti lavorativi delle persone svantaggiate, sia tenuta nel giusto conto. Noi abbiamo più difficoltà di altre e molte piccole realtà sono a rischio. Nonostante questo stiamo dando il massimo, come nel caso della logistica per la sanità, dell’igiene urbana e dei servizi essenziali“.